martedì 30 maggio 2017

RACCONTACI UNA COSA BELLA DELLA TUA VITA- LA BELLEZZA RESTA

Con questa azione che rientra all’interno del progetto “La bellezza resta” (per tutte le informazioni sul progetto potete visitare il sito www.labellezzaresta.com) il Piano Locale Giovani vuole  focalizzare l’attenzione sulla scrittura di sé. La proposta è stata rivolta ad agli studenti del CFP “Guglielmo Marconi” di Concorezzo.
Abbiamo proposto all’insegnante di italiano, Lara Gallet di far scrivere brevi racconti autobiografici con un focus sulla bellezza nella propria vita. Gli studenti sono stati invitati ad intraprendere il viaggio della scrittura di sé attraverso il racconto di episodi passati, persone presenti che ci fanno amare la vita, esperienze che ci hanno fatto assaporare il gusto della nostra esistenza.
Perché scrivere di sé?
Ognuno di noi ha una storia da raccontare. Ognuno di noi è storia, la sua storia. Il lavoro di scrittura è una pratica di cura di sé che permette di mettere nero su bianco emozioni, ricordi e avvenimenti per poterli far rivivere e per poterli vedere sotto un’altra luce. E’ inoltre un atto di cura che ci permette di sentirci parte di qualcosa: “La descrizione del mondo inizia con l’enumerazione di tutto ciò che c’è nel mondo: cose, alberi, uomini, montagne, astri”. (M.Heidegger)
Raccontarci ci fa sentire importanti, portatori di una storia unica che può essere da stimolo per altri. Raccontarci ci fa sentire protagonisti della nostra vita. “Si può essere tutti un po’ autobiografi e si può cominciare ad esserlo anche molto presto, se noi adulti (indipendentemente dal ruolo) sappiamo educare i non adulti al gusto del ricordo, a conservare il passato”. (D. Demetrio)
Anche con questa azione gli educatori hanno provato a lavorare sullo sguardo: allenare lo sguardo a cogliere ciò che c’è di bello. Allenarsi a riconoscerla la bellezza e a saperla raccontare.
“Anche la ricostruzione dell’autobiografia più umile inizia da qui. Questa è la sua scena, fatta di cose usuali e non degne di racconto. Invece, poiché l’intensità degli stati d’animo può essere curata, coltivata ed educata senza età applicandola alle cose più semplici, sforzandosi di trovare e penetrare in se stessi, tutti, senza distinzione, possiamo intraprendere l’avventura del viaggio retrospettivo”. (D.Demetrio).
Alcuni studenti si sono resi disponibili a registrare una breve trasmissione radiofonica raccontando il progetto e leggendo parte dei loro scritti. Prima di registrare la trasmissione che verrà trasmessa su YoungRadio, è chiesto ai ragazzi la loro intenzione o meno di condividere ciò che hanno scritto con altri.
Perché condividere con altri ciò che si scrive?
Per permetterci di confrontarci con le storie di vita altrui. Gli altri sono i nostri specchi. E’ con il confronto con l’altro che siamo stimolati ad intraprendere un percorso di crescita.
Fare in modo che quelle storie diventino patrimonio di tutti, riconoscendo però la loro unicità. Il raccontare storie è ciò che ci fa sentire parte di qualcosa. Fin dalla notte dei tempi l’uomo racconta storie per tenere traccia, per costruire e per cercare il senso di ciò che vive.
Il raccontare storie ha un altro grande potenziale: vedere la persona. A volte quando si parla dei giovani, sembra che si parli di un omogeneo gruppo di persone, tutte uguali. Quando lo sguardo diventa generico, uno dei compiti dell’educatore, è quello di riportare alla luce la specificità e la complessità. I giovani non sono tutti uguali, sono innanzitutto persone con bisogni, sogni e desideri diversi tra loro.
Raccontare permette di avvicinarci per riscoprire l’umano che abita in ognuno di noi. Ci permette di cogliere la complessità di ciò che siamo.


 Qui potete trovare i racconti autobiografici scritti dai ragazzi: 

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